Nelle ultime settimane la città di Venezia è stata messa, ancora una volta, drammaticamente di fronte alle difficoltà di gestione che stanno vivendo l’azienda del trasporto pubblico e la casa da gioco.
Le modifiche introdotte da Actv alle linee di navigazione del Giracittà hanno avuto come conseguenza i vaporetti sempre pieni, orari non corrispondenti alle reali esigenze degli utenti e lunghe attese agli imbarcaderi compromettendo di fatto il diritto (fra l’altro sancito dalla nostra Costituzione) alla mobilità di molti cittadini veneziani. La situazione ha raggiunto un livello tale da richiedere, da parte del sindacato, l’intervento del Prefetto per vigilare su questa condizione di disagio che può arrivare a mettere a rischio la sicurezza nella navigazione e l’ordine pubblico.
I problemi del Casinò sono invece legati alla gara per la concessione della gestione andata deserta dopo che l’attuale dirigenza aveva più volte rassicurato sul fatto che le richieste di acquisto sarebbero arrivate senza problemi. Nessuno ha quindi considerato come un investimento vantaggioso prendere in gestione la casa da gioco veneziana.
Questo complicato stato di cose è ulteriormente reso più preoccupante dal fatto che le società controllate dal Comune sembrano non essere competitive una volta messe sul mercato. Per il Casinò ne abbiamo avuto la prova pochi giorni fa. Ma nel futuro le difficoltà potrebbero riguardare anche Actv quando dovrà competere per la concessione dei servizi di linea del territorio veneziano, che la legge prevede debbano essere messi a gara dopo il 2019.
Nell’analizzare questi risultati, alla dirigenza delle società vanno concesse tutte le attenuanti del caso. Per Actv va sicuramente considerato che l’azienda è costretta da tempo a fare i conti con i continui e ingenti tagli al trasporto pubblico operati dalla Regione. Il Casinò ha dovuto senza dubbio fronteggiare la crisi economica unita al fatto di non operare più in regime di monopolio a causa della liberalizzazione delle slot machine e aggiungiamo pure, come elemento di difficoltà per quanto riguarda la gara andata deserta, le garanzie (chieste per i lavoratori e per il rispetto degli accordi economici) volute dal Consiglio Comunale. Tutto ciò premesso non possono comunque essere esentati da responsabilità i vertici di Actv e Casinò.
Quest’anno il Comune di Venezia ha sforato il patto di stabilità e anche in questo caso le attenuanti da considerare sarebbero notevoli, a partire da una legge che punta a scaricare sugli Enti Locali le difficoltà finanziarie dello Stato centrale. Nonostante questo gli amministratori hanno comunque subito il taglio del 30% delle loro indennità o gettoni previsto per non aver raggiunto l’obiettivo di patto. Senza considerare il fatto che un Consigliere comunale risponde personalmente in solido in caso di atti approvati che siano viziati da errore.
In questo periodo, dove giustamente si pretende rigore dalla politica, altrettanto andrebbe richiesto ai dirigenti pubblici che dalla politica sono nominati. In occasione del recente rinnovo di molti incarichi di importanti aziende partecipate dallo Stato (come RFI, ENEL) il presidente del Consiglio ha ribadito come i nuovi vertici sarebbero stati giudicati con rigore misurando la coerenza tra obiettivi e risultati.
Questi stessi principi siamo certi che saranno presi in considerazione dalla nostra Amministrazione nel caso delle proprie aziende, sapendo che il Partito Democratico sceglierà sempre di stare dalla parte dei cittadini utenti e dei lavoratori.