Il Corriere pubblica oggi l’ultimo sondaggio che, oltre a riportare il gradimento delle varie forze politiche, mette in evidenza quanto sia elevato il numero degli indecisi per quanto riguarda le prossime elezioni, arrivando così alla conclusione che gli ultimi 15 giorni di campagna elettorale saranno decisivi (come di consueto, aggiungo io). I partiti dovranno quindi dare il massimo nei giorni che seguiranno, correndo il più possibile nel tentativo di convincere gli indecisi.
Il rush finale del PDL, già favoritissimo (è dato al 40%), è rallentato dalle ultime vicende personali del capo: la sentenza Mills e il suo divorzio. Per evitare dunque contraccolpi imprevisti, proprio nel periodo più cruciale, urge pensare ad una strategia e passare al contrattacco (che si sa è la miglior difesa).
Per quanto riguarda la questione giudiziaria il rimedio è sempre lo stesso: gridare al complotto, dichiarare che è tutto falso e che la magistratura è orientata politicamente (ovviamente a sinistra). Insomma recitare la parte del perseguitato politico. Tanto basta, come dimostrato negli anni, a consolidare il consenso dell’attuale premier.
Per il divorzio la questione è più complessa. Da un lato perché siamo nella cattolica Italia dove puoi scherzare con i fanti ma devi lasciar stare i Santi, dall’altro perché questa volta è difficile per il premier fare la parte della vittima alla luce dei fatti e per i mezzi che ha a sua disposizione e che usa per attaccare la moglie.
Il nostro primo ministro si sarà chiesto: come poter invertire le parti passando da carnefice a vittima?
Ecco allora arrivare in soccorso del datore di lavoro i pezzi da novanta del suo impero: oggi Gerry Scotti scrive una lettera al direttore del Corriere spiegando quanto sia difficile e umiliante la vita di un divorziato che non può avere accesso ai sacramenti. E, sempre questa mattina, Rita Dalla Chiesa su Radio Deejay ripete lo stesso copione intervistata da Platinette.
Ancora una volta la televisione e i suoi divi amati dagli italiani danno una mano a sua emittenza e lo fanno, combinazione, nei giorni reputati decisivi per l’esito delle prossime elezioni.
Un capolavoro! Mettere in evidenza le “sofferenze” dei divorziati illustri per poi trarne un indiretto beneficio e tornare a recitare quella parte che tanta fortuna gli ha portato: il perseguitato, prima dai comunisti, poi dalle toghe rosse, poi dall’informazione assoggettata ai voleri della sinistra e infine dal destino cinico e baro che lo vuole divorziato (perciò umiliato secondo la teoria del Gerry nazionale) malgrado il suo volere.