Com’è noto, i programmi che influenzano di più le idee del pubblico non sono i talk d’approfondimento tipo «Annozero» o «Ballarò». Come confermano molte ricerche, l’esito è sempre lo stesso: i convinti si convincono di più (sia che la pensino in un modo che nell’altro) e gli incerti, in gran parte, rimangono incerti. Diverso invece il discorso per i programmi d’intrattenimento: quando si affrontano temi importanti, nei modi tipici del genere, è più facile convincere la gente che non ha radicate convinzioni politiche.
Per questo è importante, ogni tanto, dare un’occhiata a «Domenica in» e «Domenica cinque», due programmi mai così speculari come quest’anno. Nello spazio della discussione, Massimo Giletti su Raiuno parlava di gossip e aveva in studio Roberta Capua, Lory Del Santo, Silvana Giacobini, Enrico Vaime (Vaime? Quello che alla radio fa la morale su questi programmi? Vahimè!), Lamberto Sposini, Stefano Zecchi, Klaus Davi e altri. Il livello della discussione era così mortificante che persino il tintissimo Giletti ha sentito il dovere di precisare: «Io vorrei che si parlasse di banche, della non concessione de crediti agli imprenditori…». Ma parlane tu, se sei capace!
Su Canale 5, nel salotto di Barbara D’Urso si parlava di ragazzi, di baby prostituzione, presenti in studio Barbara Alberti, Barbara Palombelli, Alessandro Cecchi Paone, Elisabetta Gardini, Alba Parietti, una suora e uno psicologo. Anche qui, il livello era deprimente. Al solito, il tema della discussione è indifferente, l’importante è farsi notare, prevalere sull’interlocutore (esemplare la lite fra Paone e la Parietti, che ha preceduto quella ben più volgare fra Fabrizio Corona e Platinette). Certo, Sgarbi dice sempre le cose più spiazzanti ma, alla fine, il più spiazzato era lui. Questi sono i programmi da tener d’occhio: per i danni e le markette che fanno, per le banalità che inculcano, per i soldi che si sprecano, ministro Brunetta!
Aldo Grasso, corriere.it, 6 ottobre 2009