E’ proprio vero, la storia si ripete!
Nella Roma antica chi governava si assicurava il consenso popolare anche con la concessione di svaghi a coloro che erano governati. Le attività circensi, che si svolgevano negli anfiteatri quali il Colosseo romano, servivano a far dimenticare al popolo le difficoltà addormentandone la coscienza.
Oggi anche noi godiamo della versione aggiornata dei giochi: le nuove arene dove combattere senza esclusione di colpi assumono la forma di una casa lussuosa, di un’isola deserta oppure di una scuola per giovani talenti. I gladiatori non indossano più l’armatura e non impugnano una daga, ma in quanto ad aggressività e violenza (per ora solo verbale) non hanno nulla da invidiare agli uomini che lottavano nella sabbia degli anfiteatri. Il popolo (noi) non siede più sui gradini del Colosseo, ma sta comodamente sdraiato su soffici divani mentre scorrono le immagini dei moderni “massacri” dai quali uno, e uno solo, uscirà vincitore una volta che gli avversari saranno stati eliminati dal pollice verso degli spettatori.
Lo scenario è evidentemente cambiato ma i risultati sono i medesimi: chi combatte (e soprattutto chi vince) gode per qualche tempo di una gloria effimera, chi assiste si diverte e dimentica le normali difficoltà della vita, nella convinzione che anche per lui potrà esserci la possibilità di un facile successo nelle nuove arene del XXI secolo.
I giochi erano un vero strumento in mano al potere per far cessare i malumori delle masse che con il tempo, però, ebbero voce proprio nei luoghi dello spettacolo. Per l’odierna massa la possibilità di ribellione è più remota perché la massa oggi è divisa in tante individualità, ognuna sul suo divano, ognuna di fronte al proprio televisore.
Però se ci pensi bene la storia si ripete anche per l’ultima parte, quella della ribellione.
Siamo sì seduti sul divano, ma molti hanno oltre al televisore anche un computer. Presto si arriverà all’integrazione totale, e quindi l’arena tornerà ad essere il posto dove si comunica, oltre a guardare gli spettacoli. E allora la ribellione avrà il suo culmine!