Stiamo vivendo quello che alcuni definiscono “stato di eccezione”, in cui anche le tradizionali leve del governo degli Enti Locali rischiano di non essere più sufficienti per la tenuta delle nostre Amministrazioni. Questa situazione, figlia della crisi economica, è tanto più acuita dalla scelta fatta in passato di fare gravare sulle amministrazioni locali il prezzo più forte del risanamento della macchina istituzionale del paese.
Questa condizione di eccezione esige soluzioni che siano altrettanto d’eccezione, anche nell’impostazione del bilancio di quest’anno del nostro Comune, nella convinzione che se vogliamo preservare il nostro modello di welfare e di sostegno alla persona e alle famiglie, è necessario introdurre scelte coraggiose e incisive.
E queste scelte di responsabilità devono arrivare per primo da chi è chiamato a governare la città: per questo crediamo giusto partire dalla riduzione degli emolumenti del Sindaco, della Giunta e dei Consiglieri Comunali, anche considerando l’opportunità di snellire la stessa Giunta (siamo convinti che l’attuale dimensionamento della Giunta sia opportuno per la nostra città, ma che anche questa misura aiuti a esemplificare lo sforzo straordinario che dobbiamo fare).
Solo facendo questo sarà possibile chiedere uno sforzo per ridurre la spesa per il personale, secondo un principio di progressività e a partire dai livelli apicali. E’ poi inderogabile ridurre i compensi per i membri dei Consigli di Amministrazione delle aziende partecipate come per i revisori dei conti, e accelerare il processo di snellimento delle partecipate attraverso ad esempio la definitiva costituzione dell’holding della mobilità.
Va realizzato entro l’anno e una volta per tutte l’azzeramento degli affitti che l’Amministrazione corrisponde per i propri uffici, concentrando gli stessi nelle sedi di proprietà e ottimizzando il patrimonio.
Va altresì considerata l’opportunità di riformare quelle Istituzioni Comunali che possono offrire i propri servizi liberamente alla cittadinanza, riducendone o azzerandone di conseguenza il contributo comunale.
Anche sulla filiera dell’economia turistica è possibile intervenire, applicando la tassa di soggiorno ai crocieristi (è giusto che anche questa tipologia di turismo contribuisca alla città) e valutando la riduzione o l’azzeramento delle riduzioni stagionali per la stessa. Sono queste solo alcune proposte che possono accompagnare la manovra di bilancio, soprattutto se si tenterà di attenuare l’impatto dell’IMU e dell’addizionale IRPEF sui nuclei familiari.
E’ necessario anche che a partire dalla prossima riunione dell’ANCI che si terrà il 24 maggio a Venezia le città capoluogo dichiarino che, se non verranno allentate le misure al patto di stabilità e dato il via libera allo sblocco per i pagamenti ai fornitori delle pubbliche amministrazioni, sia necessario uscire dallo stesso. Solo così sarà possibile reggere nello stato di eccezione e preservare il livello dei servizi resi alla nostra cittadinanza, nella consapevolezza che in questo tempo di crisi sono in ogni caso i Comuni il primo volto dello Stato cui ci si rivolge per avere risposta ai propri bisogni.
Sulla stampa:
Nuova Venezia del 20 maggio 2012
Corriere del Veneto del 24 maggio 2012
E che dire del Casinò? E’ un incrocio di cattiva gestione, clientelismo, sponsorizzazioni ad amici e parenti degli amici, ecc.. Il casinò dovrebbe portare milioni di euro in cassa al comune..