Ci sono cose che per qualche strano motivo si fissano nella nostra memoria e in qualche modo, forse, ci cambiano la vita. Per me la strage di via D’Amelio è una di queste.
Avevo 18 anni e ricordo che non ero particolarmente interessato alla politica.
Era domenica e stavo insieme ad altri ragazzi presso il campeggio Marina di Venezia a Punta Sabbioni. Come me anche loro erano impegnati nei gruppi parrocchiali ed eravamo alla fine di un campo scuola. Stavamo parlando. Erano circa le 18.00 quando un mio caro amico un po’ più grande di me, che si era precedentemente allontano dal nostro gruppetto, ritorna in mezzo a noi e con aria allarmata esclama : ”Hanno ammazzato anche l’altro magistrato!”. Le sue parole, la sua espressione mi stordirono. Non so perché.
In quel momento non compresi fino in fondo la portata di quell’evento. Eravamo all’inizio di una stagione tremenda, la stagione delle stragi all’ombra di quella che più tardi fu definita la trattativa tra lo stato e la mafia che culminò con la discesa in campo di Silvio Berlusconi.
In quegli anni iniziò il mio impegno in politica.
Ricordo così un eroe caduto servendo il suo Paese: Paolo Borsellino.
P.S. quel giorno la mia futura moglie festeggiava i suoi 14 anni. Auguri Amore anche se un po’ in ritardo.